INGREDIENTI per circa 1500-1600 gr di focaccia (una teglia di circa 30 x 40 cm.):

  • 750 ml di ACQUA
  • 150-200 gr di PASTA MADRE (rinfrescata da 4-8 ore a temp. ambiente)
  • 850 gr di SEMOLA RIMACINATA di grano duro di buona qualità
  • 150 gr di FARINA DI GRANO TENERO 0 MANITOBA di buona qualità
  • 25-30 gr di MALTO D’ORZO
  • 25-30 gr di OLIO extra-vergine di oliva
  • 25-30 gr di SALE
  • OLIO extra-vergine di oliva per la spennellatura finale
  • SALE GROSSO

 

IMPASTO:

Utilizzando una ciotola capiente, prelevate la dose di pasta madre e aggiungete 600 gr. di acqua a temperatura ambiente (tenete 150 gr. di acqua da parte).

Aggiungete quindi la farina setacciata e impastate.

Dopo almeno 5 minuti di lavorazione, quando l’impasto sarà abbozzato, sciogliete  il malto nei restanti 150 gr. di acqua e aggiungete questa all’impasto, poco a poco.

Questa operazione durerà per altri 10-15 minuti.

Continuando ad impastare, la pasta si uniformerà e tenderà a costituire un tessuto morbido, elastico e liscio.

Unite quindi il sale e a poco a poco l’olio.

Impastate per altri 10 minuti. La pasta si uniformerà e tenderà a costituire un tessuto più elastico, anche se probabilmente ancora molto idratato.

Spostando l’impasto su una spianatoia ben infarinata date qualche “colpo” di impastamento, anche rigirando l’impasto sotto-sopra, per eliminare un po’ di umidità superficiale, finché le mani stacchino più facilmente alla pasta.

Al termine della lavorazione lasciate riposare per 1 ora la “palla” di pasta risultante, coperta, possibilmente con della pellicola trasparente, per ottenere una “distensione” del suo tessuto dopo i tanti traumi subiti 🙂

Quindi reimpastatela, facendo delle pieghe.

Al termine delle pieghe lasciate riposare per 1 ora ancora la “palla” di pasta risultante, ben coperta.

Note importanti!

  • Variate la quantità di pasta madre a seconda della sua acidità…sulla base dell’esperienza che acquisirete; nel dubbio usate la quantità minima.
  • Personalmente sciolgo per quanto possibile la pasta madre nell’acqua e la lascio riposare per una ventina di minuti, soprattutto se la prelevo dal frigo, per la riattivazione dei lieviti e dei batteri. In realtà il rinfresco sarebbe meglio farlo lasciando la pasta a temperatura ambiente, da 4 a 8 ore a seconda della temperatura ambiente (più caldo = meno tempo).
  • Il setacciamento della farina serve per lo più ad identificare corpi estranei; in preparazioni più complesse serve anche per evitare grumi (non nel nostro caso).
  • Aggiungere l’acqua gradualmente aiuta la capacità di assorbimento; se aggiungete l’acqua in un sol colpo faticherete molto a farla assorbire!
  • L’impasto dovrà risultare omogeneo e morbido; se troppo duro incorporate un goccio d’acqua aggiuntivo poco alla volta o se tende ad essere troppo morbido al contrario non aggiungete tutta l’acqua necessaria. Ad esempio, a volte una pasta madre molto ricca d’acqua apporterà alla base più umidità, che potrete recuperare aggiungendone meno voi.
  • Per verificare l’elasticità dell’impasto provate a tirarlo per vederlo riprendere la posizione! I filamenti del glutine intrappolano via via l’acqua incorporandola e produrranno questa meravigliosa consistenza. Una farina dello stesso tipo (ad esempio semola rimacinata di grano duro) di migliore qualità può incorporare una maggiore quantità d’acqua, che contribuisce ad una migliore lievitazione e quindi al risultato finale.
  • Per eseguire le “pieghe” stendete  l‘impasto grossolanamente (2-3 cm. di spessore), e ipotizzando il rettangolo diviso in 3 parti, piegare 2 lembi uno sull’altro (ciascun lembo quindi per un terzo della larghezza del rettangolo); stendere di nuovo l’impasto, ruotarlo e ripiegare per iniziare la seconda piega; a seguire altre 2-3 pieghe.
  • L’impasto a riposo dovrà sempre essere coperto per evitare l’essiccamento della superficie; meglio con pellicola o se con panno inumiditelo.
  • Dopo aver impastato, il riposo serve a completare la produzione del glutine e a dare tempo a lieviti e batteri di iniziare la proliferazione e agli enzimi di attaccare zuccheri e proteine per scomporli in componenti più semplici e digeribili.
  • Il tempo di riposo è variabile a seconda della temperatura ambientale (da 1 a 3 ore in caso di basse temperature). Il riposo può essere interrotto e poi ripreso, facendo delle pieghe per dare “forza” ovvero elasticità all’impasto (aumenta il glutine) e ridistribuire i batteri nell’impasto.

 

MATURAZIONE E LIEVITAZIONE:

Dopo il riposo, ponete la pasta in una ciotola oleata (anche se già antiaderente) e copritela con una pellicola alimentare per evitare un’ulteriormente l’essiccazione della superficie; dovrà essere messa in frigorifero (temperatura da 4°C a 6 °C) per la maturazione, per circa 12-24 ore (una farina che sopporta poco le lunghe lievitazioni, con un valore di W basso, richiederà tempi ridotti).

Dopo la maturazione, solo in inverno, preriscaldate il forno a circa 30°C spegnendolo e lasciandolo aperto per qualche minuto. In questo modo si ottiene un ambiente ideale per la lievitazione intorno ai 23°C – 25°C.

Inserite la ciotola nel forno. Chiudete e accendete la luce interna (sempre solo se fa freddo); si dovrebbe mantenere una temperatura tiepida.

Dopo 2-3 ore di lievitazione (almeno al raddoppio dell’impasto), oleate la teglia per la cottura e versate con delicatezza la pasta al centro, evitando al massimo di sgonfiarla.

A questo punto, con i polpastrelli, dal centro verso l’esterno, stendete la pasta, aiutandovi con una spolverata di farina. Si usano i polpastrelli per ottenere la distensione dell’impasto spostando l’aria intrappolata ed evitando di disperderla.

Lasciare lievitare in teglia per 3-4 ore (sempre a 23°C circa), coprendola con della pellicola alimentare per evitare che si secchi in superficie, fino ad ottenere quasi un raddoppio dell’altezza.

Quindi spennellate bene la superficie con olio d’oliva extra vergine, cospargente di sale grosso (con moderazione).

Note importanti!

  • Per la temperatura del frigorifero, potrete dotarvi di un termometro dal costo di pochi euro; potreste scoprire che il vostro frigorifero non raggiunge mai temperature così basse! Il termometro, oltre a darvi indicazione del fatto che i vostri cibi non vengono ben conservati, mostrerà che il frigorifero non è in grado di mantenere stabile l’impasto senza che inacidisca! A circa 12°C l’impasto, per mia esperienza, non potrà essere conservato per più di 8 ore circa (dipende dall’acidità della pasta madre e dal tipo di farine utilizzate).
  • Conservare in frigorifero l’impasto per meno tempo non causerà in realtà nulla di grave…avrete una qualità inferiore delle caratteristiche generali dell’impasto (fate riferimento all’articolo sulla lievitazione) ma otterrete comunque un buon risultato.
  • Anche le ore di lievitazione a temperatura ambiente, anziché in forno ad una temperatura un minimo controllata, saranno variabili! D’estate, a 30°C, anche il vostro forno sarà a quella temperatura; quindi sarebbe eccessivo scaldarlo e tenere accesa la lucina. A a 30°C sarebbe persino necessario raffreddare l’ambiente per evitare che la pasta inacidisca; quindi lasciate l’impasto in una zona fresca o usate un condizionatore per abbassare la temperatura, coprendo l’impasto con un panno umido per restituire l’umidità che il condizionatore toglie.
  • Per ripiegare l’impasto più volte:
    • tirate verso l’esterno e ripiegate un lembo di pasta verso il centro;
    • ruotate l’impasto;
    • ripiegate di nuovo;
    • fate tutto questo più volte finché la pasta risulterà elastica.

 

COTTURA

Considerando un tipico forno casalingo, scaldate il forno a 240°C circa.

Raggiunta la temperatura, spruzzate all’interno dell’acqua per produrre vapore, lasciando anche una piccola terrina sul fondo del forno stesso, riempita con un paio di dita d’acqua, per continuare a produrre umidità, impedendo la creazione di una crosta troppo secca e contribuendo a lasciare la mollica morbida. In realtà procedete in tal senso anche sulla base dell’esperienza e dei gusti.

Cuocere quindi in forno a 240°C per circa 20 minuti.

Spegnete quindi il forno, apritelo per un minuto per far scendere la temperatura intorno ai 180°C, richiudendo quindi lo sportello e lasciando in cottura altri 10 minuti circa.

Utilizzando una teglia di alluminio la base potrebbe risultare meno cotta della superficie, quindi in questo caso aumentate un poco il tempo di cottura a 240°.

Terminata la cottura, la focaccia andrà fatta freddare possibilmente su una grata, per evitare che l’umidità della condensa ne pregiudichi la croccantezza.

Per quanto riguarda la posizione nel forno in cottura, tenetelo in posizione intermedia.

Buona lavorazione!

 

ESEMPI

Le  foto seguenti sono relative alle varie fasi dell’impasto.

impasto elastico ma ancora molto umido

impasto elastico ma ancora molto umido

focaccia_croccante_di_grano_duro_impasto_2

impasto sulla spianatoia rilavorato con poca farina

piegatura primo lato

piegatura primo lato

piegatura secondo lato

piegatura secondo lato

piegatura terzo lato

piegatura terzo lato

chiusura quarto lato

piegatura quarto lato

chiusura della "palla"

chiusura della “palla”

Le  foto seguenti sono relative alle varie fasi dalla lievitazione alla cottura.

lievitazione dell'impasto prima di essere steso in teglia

lievitazione dell’impasto prima di essere steso in teglia

focaccia-morbida-di-grano-duro_2

focaccia appena cotta (circa 3 dita di spessore)

focaccia-morbida-di-grano-duro_4

consistenza della mollica (circa 3 dita di spessore)